“Antonia & Emily. Due diverse solitudini”. Performance scenica con Paola Ferrari e Stefano Mazzacurati

L’Associazione Donne Ambientaliste

in collaborazione con la Libreria Piccoli Labirinti

presenta

“Antonia & Emily.

Due diverse solitudini”

Performance scenica

con Paola Ferrari e  Stefano Mazzacurati

Sabato 8 Febbraio ore 17.00

Nel Salone di Piazzale Rondani 3/b Parma

L’Associazione Donne Ambientaliste, in collaborazione con la Libreria Piccoli Labirinti,  presenta,  Sabato 8 Febbraio  2020 alle ore 17.00  nel salone di Piazzale Rondani 3/b a Parma  “Antonia & Emily. Due diverse solitudini”, performance scenica con Paola Ferrari e Stefano Mazzacurati. Regia: Paola Ferrari. Improvvisazioni musicali e sonore: Fabrizio Chiari. Disegno luci e fonica: Mauro Casappa.

Sarà presente anche la Libreria Piccoli Labirinti con libri a tema.

La performance rientra nel calendario delle attività promosse da Ada in occasione di Parma Capitale della Cultura.

Ispirata da due donne, icone della poesia femminile, fortemente coinvolte dalla bellezza della natura: Antonia Pozzi ed Emily Dickinson, la performance scenica è un omaggio a loro e, più in generale, alla creatività e al genio femminile, per mettere in luce come la solitudine, la sensibilità, la contemplazione della bellezza e della natura, la malinconia e perfino il dolore siano preludio ad alcune delle più alte espressioni artistiche. E, grazie all’intervento di Stefano Mazzacurati, psichiatra e scrittore,  stimolare una riflessione su noi stessi, sugli sconfinati orizzonti di senso della solitudine, sulle inquietudini e “arcobaleni” dell’anima e sul rapporto psichiatria-letteratura.  

Antonia Pozzi: milanese (1912 -1938), una delle voci più sensibili della poesia italiana del ‘900, morì suicida a 26 anni presso l’abbazia di Chiaravalle, chiedendo nell’ultima lettera ai genitori di essere sepolta a Pasturo, dove tuttora riposa ai piedi delle amate Grigne. Nonostante la brevità della sua vita ha lasciato più di 300 poesie, lettere e diari (purtroppo rimaneggiati dal padre, che in molte liriche eliminò la dedica all’uomo amato). La famiglia negherà la circostanza “scandalosa” del suicidio, attribuendo la morte a polmonite. Le sue  poesie sono il diario più intenso della sua anima.“Un bruciare le sillabe nello spazio bianco della pagina” ebbe a dire Eugenio Montale, il primo ad averne colto in pieno il valore.

Emily Dickinson: americana (1830- 1886), una delle più grandi voci poetiche dell’Ottocento, a 23 anni decide di vestire solo di bianco e sceglie una vita solitaria e appartata. Proprio in quella situazione di “isolamento volontario” si rifugia nella contemplazione della natura, nella meditazione sul senso della vita e nella composizione di versi. La fine della vita terrena di Emily Dickinson sancirà la nascita del suo mito. Dopo la sua morte, infatti, la sorellascoprirà in un baule diverse centinaia di poesie scritte da Emily, raccolte in foglietti cuciti a mano con ago e filo. Poesie accostabili per bellezza e intensità  a quelle di Whitman, Leopardi, Baudelaire.

Su “Il Caffè -quotidiano” si parla dello spettacolo presentato da ADA